Esperienze di vita: Marco Orsi racconta la sua passione per il nuoto agli studenti


         Intervista a Marco Orsi campione europeo di nuoto ed ex studente dell’I.I.S. “G.Bruno”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Il 26 febbraio la classe 2B del Liceo scientifico di Budrio  ha ospitato Marco Orsi per un'intervista.

È nato l’ 11/12/1990 a Castel San Pietro Terme (BO), è del Sagittario e già a 27 anni ha ottenuto grandi successi. È alto 1,89 m, pesa 89 kg e attualmente lavora come agente della Polizia di Stato. Ha frequentato l'ITIS Giordano Bruno a Budrio come le sue due gemelle e i suoi hobby, oltre lo sport, sono l'informatica e l'elettronica.

-Cosa ti ha portato a scegliere il nuoto come sport?

Essendo tre fratelli gemelli, i miei genitori per tenerci occupati hanno provato a farci fare diverse attività: tra queste appunto c’era il nuoto. La prima volta che sono entrato in acqua mi sono trovato subito a mio agio e solo dopo poco tempo ho capito che quella sarebbe diventata la mia passione.

-E’ stato il nuoto il tuo primo sport?

No, per non buttarmi subito sul nuoto ho provato diversi sport, tra cui pallavolo e calcetto. Purtroppo però ho capito “di avere i piedi a banana” e perciò non ho potuto continuare a giocare a calcetto.

-Quali sono i motivi che ti hanno spinto a continuare la tua carriera?

Ovviamente il primo motivo è la grande passione che ho da subito provato per questo sport e subito dopo il desiderio di realizzare il sogno che ho fin da bambino, cioè partecipare alle Olimpiadi.

-Quando hai scoperto la passione agonistica e quando ne hai fatta una professione?

A cinque anni ho scoperto la mia passione per il nuoto, verso l’età di otto anni un allenatore “ci ha visto lungo”e ha scommesso su di me portandomi nella sua squadra a Bologna.

A diciotto anni  ho iniziato a far parte delle  forze della polizia. In quel momento  ho capito che sarei stato in grado di mantenermi grazie al nuoto.

-Hai mai avuto momenti di scoraggiamento nella tua carriera nei confronti del nuoto? Se sì, come hai reagito per superarli? Cosa hai provato quando hai scoperto di avere la mononucleosi?                                                                      

Si, ho avuto molti momenti di scoraggiamento nella mia carriera che mi hanno messo in grave difficoltà, ma questi mi sono solo serviti per tornare più forte di prima.  Ogni problema che ho avuto e che ho tuttora lo prendo di petto e mi rialzo, così miglioro e mi fortifico. Credo che il momento più scoraggiante della mia carriera sia stato quando ho scoperto di avere il Citomegalovirus, era un periodo molto importante per me, mi stavo allenando molto perchè quell’ anno ci sarebbero state le Olimpiadi ma mi sono fermato per circa un mese a causa di questa “malattia”.Però, anche se ero in una pessima forma fisica, ho tentato fino all ultimo di andare a Rio perché non volevo buttare via tutto il lavoro che avevo fatto; infatti sono riuscito ad ottenere per il “rotto della cuffia” la qualificazione  all’Olimpiade anche se non ho fatto una buona prestazione, sono fiero di come ho reagito, alzando la testa e cercando di raggiungere il mio sogno!

-Come è stato il rapporto dei tuoi genitori nei confronti della tua passione?

I miei genitori hanno sempre trasmesso a me e alle mie sorelle valori sani  e per quanto riguarda il nuoto mi hanno sempre aiutato e sostenuto in ogni scelta, senza mai mettermi i bastoni tra le ruote.

-Qual è stato il successo/traguardo più grande della tua carriera?

La vittoria più sofferta e inaspettata è stata sicuramente quella avuta al campionato europeo. Essendomi qualificato al terzo posto nei 100 stile libero, non sono sono riuscito a passare il turno perchè si classificano solo i primi due. In quel momento ero molto arrabbiato, ma nonostante la sconfitta sono tornato in vasca per affrontare i 100 misti. In realtà mi sono divertito molto perché in quel momento non pensavo al risultato.

Durante le qualifiche c’era un nuotatore russo davanti a me, anche se era il favorito sapevo che sarei riuscito a superarlo “stuzzicandolo” . Mi avevano detto che quando gli si avvicinavano gli avversari tendeva a cedere mentalmente: è questo quello che fatto, così l’ho sorpassato arrivando al primo posto.

-Come ti sei sentito quando hai vinto il primo posto nei 4x100 stile libero nei mondiali del 2008?Dopo l’argento a Doha? E dopo l’ultimo oro europeo nei cento misti?   

I  mondiali del 2008 sono stati il mio primo campionato giovanile e dopo averli vinti ho provato un’emozione unica e indescrivibile perché vincere per la prima volta ai mondiali non è una cosa “da tutti i giorni”. L’ultimo oro europeo nei cento misti è stato il mio traguardo più grande perché per raggiungerlo ho dovuto fare molti sacrifici e superare tutti i miei limiti a livello fisico poiché c’erano stati molti problemi. Questa vittoria è stata un po’ “come togliersi un grande peso” perché mi sono buttato senza pensare al risultato e grazie all’adrenalina e alla capacità di controllo sono riuscito a vincere. A Doha ho avuto la mia seconda soddisfazione più grande perché non era una medaglia vinta con una staffetta ed essere da solo su un podio “ha il suo fascino”.

-Come ti prepari prima di una gara importante?

Quando non ho eventi importanti, né gare (come in questo periodo) mi alleno tutti i giorni almeno due o tre volte al giorno, per avere un allenamento costante. Mantengo sempre questo ritmo anche quando devo prepararmi ad una gara importante , e cerco il più possibile di concentrarmi e impegnarmi al massimo in ciò che faccio. Tengo sotto stretto controllo la mia salute e la mia alimentazione in modo tale da evitare spiacevoli incidenti, come purtroppo è successo in passato.

-Senti molto la pressione prima di una gara importante?                             Quando sei all’interno del palazzetto tutto esaurito, pieno di gente che si aspetta tanto e lo speaker pronuncia il tuo nome ad alta voce, le emozioni sono pesanti e difficili da gestire  per alcuni nuotatori. Le gare sono molto tecniche e il 70% è dovuto all’aspetto mentale, mentre solo il 30% all’aspetto fisico. Per questo motivo, tre volte a settimane duranti gli allenamenti svolgo un lavoro con lo psicologo, fondamentale per riuscire ad affrontare al meglio le gare.

-Preferisci una medaglia individuale o di squadra?

È molto appagante vincere una staffetta perchè ti permette di contribuire al risultato della squadra ed è anche più semplice, perchè i nuotatori italiani sono molto bravi e competenti.

I risultati individuali sono più complicati da perseguire però  sono solo tuoi,quindi direi che preferisco questi.

-Credi che i tuoi successi siano dovuti più alla tua dedizione o all’aiuto del tuo coach?

Entrambi in realtà, ma devo attribuire il più grande grazie ai miei genitori che non solo mi hanno dato un corpo che mi permette di fare ciò che amo di più, ma anche per avermi sempre seguito e sostenuto anche nei momenti più difficili. Ovviamente il coach ha un ruolo fondamentale nel mio sport, come in qualunque altro d'altronde, e soprattutto ho avuto la fortuna di trovarne uno adatto a me e sempre informato su tutto il mondo del nuoto e di ciò che ci circonda.Importantissima è anche la dedizione senza la quale adesso non sarei qua, propria grazie a quella continuo a migliorarmi nonostante tutte le sventure che mi sono capitate.

-Perchè molti nuotatori fanno parte di gruppi sportivi militari?

Ogni arma ha un gruppo.Per entrare in un gruppo sportivo militare bisogna fare un concorso.Le forze armate danno agli atleti la possibilità di praticare questo sport e di avere un impiego al termine della carriera sportiva. Io ho dovuto fare un concorso per entrare nelle “Fiamme oro” e, una volta entrato, ho seguito  un corso per i primi mesi ed ora sono un poliziotto a tutti gli effetti, ho anche il porto d’armi! Quando deciderò di smettere di nuotare avrò un’ impiego sicuro, ovvero il poliziotto, ma prima dovrò seguire un altro corso di reinserimento. Molti sportivi scelgono di entrare nella Polizia di Stato proprio per questo.

-La tua carriera di atleta si è mai rivelata un ostacolo nella tua vita sociale?

In certi casi l’ha limitata, ma non particolarmente perché lo sport mi ha dato anche  molti risultati come la resistenza fisica e la capacità di concentrazione.                                                                                          

-Un idolo sportivo a cui ti sei sempre ispirato?                                           

   All’inizio, la prima persona che ho ammirato è stata Massimiliano Rosolino:era il classico biondo che vinceva e io speravo di essere come lui. Poi crescendo ho cominciato a ispirarmi a Filippo Magnini, nuotatore che ha vinto molto e grande sportivo. E’ stato il mio obiettivo: volevo raggiungerlo e batterlo, e ci sono riuscito!

-Che rapporto hai con gli altri atleti affermati del nuoto italiano?          Una delle persone più importanti che ho conosciuto durante la mia carriera è stata ed è rimasta Luca Dotto: ci siamo conosciuti a quattordici anni e abbiamo sempre avuto una sana e reciproca competitività che ci ha accompagnato da sempre.Un'altra persona che ho avuto modo di incontrare è stata Federica Pellegrini, con la quale in un’occasione ho malauguratamente  trovato da litigare a causa della pressione che creavano i media, ma in seguito ci siamo chiariti e abbiamo instaurato un rapporto di amicizia.

 A cura della classe 2B del Liceo scientifico di Budrio

 

Valeria Negroni